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L’oro torna a splendere e il dollaro si indebolisce

L'oro torna a splendereFebbraio 2017. L’oro torna a splendere con quotazioni prossime ai 1260 dollari l’oncia, in compenso il biglietto verde si svigorisce su tutta la linea.

Il metallo giallo è tra le cause principali dell’indebolimento della divisa statunitense. Negli ultimi due mesi l’oro si è costantemente mosso in rialzo con lievi correzioni. Secondo gli esperti, con il superamento della resistenza intorno ai 1240, quota 1270 sembra alla portata, come obiettivo di breve termine, prima di assistere ad una proporzionata correzione dei prezzi.



Dopo la decisione della Fed di rialzare i tassi, tutti si aspettavano nuovi incrementi da parte del dollaro. Difatti, quando i tassi d’interesse salgono rendono meno interessante l’investimento in oro. Il metallo prezioso ne subirà direttamente le conseguenze quando si effettueranno effettivamente questi rialzi.
L’indebolimento della divisa americana sono anche dettate dalle aspettative sulle politiche di carattere fiscale annunciate da Trump. La nuova amministrazione Usa sembra prediligere gli investimenti nel bene rifugio per eccellenza. A tutto questo si aggiungono i rischi di stabilità della zona euro, in un 2017 ricco di appuntamenti determinanti per le sorti dell’Ue, già a partire dalle elezioni francesi del prossimo aprile.

Cosa è successo sui mercati
L’inizio di quest’ultima ottava (dal 20 al 24), nel comparto dei metalli non ferrosi, è stata contrassegnata da prezzi ancora elevati, sorretti dal mancato accordo tra la più grande società mineraria del mondo (BHP Billiton) e i sindacati dell’Escondida (la più grande miniera di rame del globo). In un secondo tempo, le notizie dalla Cina sulla possibile tassazione sulle proprietà immobiliari hanno legittimato uno storno delle quotazioni. Inizialmente il rame è rimasto stabile sopra la soglia dei 6000 dollari, per poi cedere il supporto a 5920 nella giornata di giovedì, fino a raggiungere un minimo a 5845 dollari per tonnellata.
Il nickel, dopo una rottura non confermata dalla resistenza a 10800 e un massimo a 11165, ha chiuso a 10700.
Ritracciamenti significati per il piombo che ha abbandonato l’area 2400 per chiudere a 2250.
Resta forte l’alluminio che dopo avere superato la soglia tecnica dei 1910 dollari si è riposizionato attorno a 1880.
Tra le altre commodity il petrolio chiude sui 54 dollari al barile. Euro a 1,06 contro USD.

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